Design Talk #4. Intervista all’illustratrice Federica Zancato

Nuova Design Talk con l’illustratrice freelance Federica Zancato con la quale abbiamo parlato del suo percorso di studi e professionale e di uno dei suoi progetti speciali dal titolo “Via delle Grancasse, 0”.

I nostri Design Talk sono il nostro modo per dare voce agli studi italiani di comunicazione, ai graphic designer o agli illustratori con i quali abbiamo avuto il piacere di lavorare e che riteniamo avere qualcosa di interessante da dire. Il format è una semplice intervista, uno strumento tradizionale ma che a nostro avviso resta sempre attuale e funzionale.

Ciao Federica, come sei arrivata ad essere illustratrice freelance?

Ciao, piacere! Sono arrivata all’illustrazione attraverso un percorso che si è evoluto negli anni. Ho iniziato da un corso di animazione in un’Accademia a Torino, per arrivare al fumetto alla Scuola Internazionale di Comics fino alla motion graphic. Sono stata colorista e poi editor per una collana di libri per bambini, per approdare infine alla grafica e all’illustrazione. Il bello di questo lavoro è mettersi in gioco ogni volta per imparare qualcosa di nuovo. 

“Leonardo Da Vinci vedeva alberi, paesi, battaglie e tante altre immagini nelle macchie che trovava sui vecchi muri. Shakespeare vedeva draghi e altri animali nelle forme delle nuvole. Bernardone non vede nient’altro che nuvole nelle nuvole e macchie nelle macchie.” (Bruno Munari “Arte come mestiere”, Laterza) 

Tu invece hai visto dei volti, che poi sono diventati personaggi del tuo libro, nelle venature del marmo. Ci racconti la storia di “Via delle Grancasse, 0”?

“Via delle Grancasse, 0” credo che ad oggi sia ancora il progetto a cui sono più affezionata. È nato nella quotidianità, dalle scale di marmo del palazzo in cui abitavo: tre piani senza ascensore che mi hanno dato la possibilità di intravedere nelle venature del marmo tantissime figure diverse. Ho iniziato a fotografarli e ho coinvolto un mio caro amico, Guido Arnosio, con il quale abbiamo scelto i quindici protagonisti del progetto di cui ha poi scritto le storie. Il fenomeno ottico è quello della pareidolia e il progetto editoriale, stampato in 500 copie numerate, è ad oggi sold out! 

Design Talk #4 - Il progetto editoriale "Via delle Grancasse, 0"
Design Talk #4 – Il progetto editoriale “Via delle Grancasse, 0”
Design Talk #4 - Il progetto editoriale "Via delle Grancasse, 0"
Design Talk #4 – Il progetto editoriale “Via delle Grancasse, 0”

La pareidolia, che ha ispirato anche il libro Via delle Grancasse, è una costante nella tua attività anche relativamente ai corsi che proponi per adulti e bambini. Oltre a un elevato spirito di osservazione, cos’altro è necessario per partecipare a questi laboratori e qual è la finalità?

I laboratori sulla pareidolia nascono per stimolare la fantasia e per dare ai partecipanti il momento in cui fermarsi ad osservare che, banalmente, è un atto necessario per dare il tempo all’acquerello di asciugare e passare alla fase secondaria. Nei diversi laboratori che svolgo non richiedo mai che si “sappia disegnare” perché quello che preferisco è la sperimentazione e il gioco che può nascere da un’attività creativa. 

Design Talk #4 - Il progetto editoriale "Via delle Grancasse, 0"
Design Talk #4 – Il progetto editoriale “Via delle Grancasse, 0” sulla pareidolia

Molto del tuo lavoro da illustratrice si concentra sulla paper art e quindi sull’utilizzo di ritagli di carta per creare collage. Come nasce questo interesse? 

La paper art è la tecnica di illustrazione con cui mi trovo più affine perché nella mia mente lavoro più per forme che non a tratto. I ritratti a collage che realizzo, ad esempio, non partono mai da bozzetti a matita ma nascono direttamente da forme che ritaglio a mano, solitamente molto precise e geometriche. 

Da quest’anno sei anche vicedirettrice del Glocal Film Festival? Come il cinema è stato filo conduttore dei tuoi studi e della tua carriera professionale?

A livello accademico ho conseguito la laurea magistrale in DAMS Cinema all’Università degli Studi di Torino nel 2008 e da allora collaboro con associazioni e festival cinematografici cittadini. Con il Glocal Film Festival è una relazione che va avanti da 15 anni, nell’ultimo periodo come selezionatrice nella sezione competitiva dei documentari e dal 2023 in veste di vicedirettrice. Il cinema rimarrà sempre una delle mie prime passioni!

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