In un mercato sempre più orientato all’esperienzialità e al coinvolgimento diretto del pubblico, le strategie di gamification marketing trovano applicazione anche nei contesti retail e negli eventi fisici. È in questa logica che nasce il plinko personalizzato per l’apertura della nuova gelateria Aria, dove il gioco diventa strumento di interazione e leva di brand engagement.
L’obiettivo era chiaro: progettare e produrre un elemento fisico in grado di generare partecipazione immediata, memorabilità e — al tempo stesso — integrare perfettamente comunicazione visiva, funzionalità tecnica e sostenibilità dei materiali. La scelta è ricaduta su un Plinko personalizzato, pensato come meccanismo semplice e intuitivo per coinvolgere i clienti sin dal primo giorno di apertura, offrendo premi istantanei e un’esperienza di gioco accessibile a tutti.
Per realizzare questo progetto sono state necessarie competenze trasversali:
- progettazione creativa e strategica legata al concept di gamification e retail design, curata da Curve Creative Studio;
- sviluppo tecnico e produttivo, a partire dall’ideazione strutturale fino alla realizzazione del prodotto finito, a cura di Printaly e del team di progettazione guidato da The Box Project.
In questa doppia intervista abbiamo raccolto le voci di Luciano Aiello (art director di Curve Studio) e Paola Patrizi (responsabile progettazione Printaly e art director The Box Project), che raccontano come concept, design e produzione abbiano lavorato in sinergia per trasformare un semplice gioco in un vero strumento di comunicazione fisica e marketing esperienziale.
Intervista a Luciano Aiello
Da dove nasce l’idea di utilizzare un plinko personalizzato come strumento di gioco e ingaggio per l’apertura di una gelateria? Cosa vi ha ispirati?
Avevo visto questo tipo di attivazione durante alcuni viaggi, e più di recente al Primavera Sound. Da lì è nata l’idea di proporre qualcosa di semplice, economico e divertente anche da noi: un modo spontaneo per coinvolgere chi passava, farli giocare e sorridere.
Il plinko è diventato un elemento di gamification. Quali obiettivi strategici vi eravate prefissati: attirare l’attenzione, stimolare la partecipazione, incentivare il passaparola…?
L’obiettivo era duplice: creare un momento memorabile durante l’inaugurazione e generare un po’ di viralità. Volevamo che chi entrava si divertisse, magari condividesse l’esperienza e – perché no – portasse anche un amico. E ovviamente, offrire la possibilità di vincere qualcosa.
Quali meccaniche di gioco avete deciso di inserire e perché?
Abbiamo scelto premi immediati, come un gelato gratis o uno sconto su vaschette e topping. È tutto molto semplice, accessibile a chiunque, e può cambiare nel tempo a seconda del periodo o delle esigenze. L’importante era che il meccanismo fosse chiaro e coinvolgente fin da subito.
Quanto è importante secondo te oggi offrire un’esperienza analogica, concreta, in un mondo in cui tutto è sempre più digitale?
L’analogico oggi è sottovalutato, ma secondo noi ha ancora un grandissimo potere. Le persone amano vivere esperienze reali, soprattutto se richiedono una loro azione, un coinvolgimento diretto. Toccare, interagire, scegliere: è lì che succede la magia.
Che ruolo può giocare la gamification nel retail fisico? E in che modo il design può guidarla senza risultare invadente o forzato?
L’esperienza è il vero King – e lo resterà. Il retail fisico ha bisogno di creare momenti che restano impressi, e il gioco è un mezzo potentissimo per farlo. Se ben progettato, il design guida l’interazione senza mai forzarla, ma anzi invitando le persone a partecipare con curiosità e leggerezza.
Intervista a Paola Patrizi
Quando avete ricevuto il concept, quali sono stati i principali obiettivi tecnici da tenere in considerazione per trasformare un’idea grafica in un oggetto ludico funzionante come il Plinko?
Collaboriamo con Curve Studio da anni, quindi la sinergia progettuale è già ben consolidata. Sappiamo che quando ci coinvolgono c’è sempre da aspettarsi un progetto creativo, una sfida fuori dal comune, qualcosa di nuovo e divertente da costruire insieme, a quattro mani. Per questo non ci siamo stupiti quando ci hanno chiamato e ci hanno detto: “vorremmo realizzare un Plinko personalizzato!”.
Il primo passo è stato ovviamente un lavoro di ricerca, per capire innanzitutto le meccaniche strutturali del gioco e poi per tradurlo in una versione sostenibile, leggera e realizzabile interamente in cartone.
Una volta definite misura e forma, la sfida principale è stata il calcolo preciso del diametro del disco e della distanza tra i pioli, in modo da ottenere un movimento realistico, non troppo veloce e soprattutto fluido, evitando che il disco si incastrasse o si fermasse. Parallelamente, abbiamo studiato un sistema di montaggio semplice ma stabile, che garantisse una struttura solida e una meccanica di gioco affidabile e ripetibile.
Inoltre, su richiesta del cliente, abbiamo previsto che la struttura potesse adattarsi facilmente agli spazi disponibili: appesa al muro tramite due fori nascosti sul retro oppure poggiata su una base in cartone leggermente inclinata.
Quali aspetti avete valutato per garantire una struttura solida ma anche facilmente trasportabile, considerando che si trattava di un plinko personalizzato da utilizzare in occasione dell’apertura della gelateria Aria?
Ci siamo concentrati sull’equilibrio tra robustezza e leggerezza. Dopo aver definito una dimensione abbastanza ampia da rendere il gioco ben visibile e capace di attirare le persone, abbiamo progettato la struttura come un unico modulo piatto, composto da quattro strati di cartone alveolare da 16 mm. A chiudere il tutto, un pannello in plexiglass da 5 mm che contiene la discesa del disco: il plexiglass è stato forato e fissato agli strati di cartone con viti apposite, garantendo solidità e trasparenza.
La base, invece, è smontabile e progettata per essere facilmente trasportabile e veloce da montare. L’ingombro totale è minimo: base e altezza sono la misura del gioco, lo spessore (struttura + base smontata) è di 9cm.
In termini di materiali e tecniche di stampa, cosa avete scelto per assicurare durabilità e impatto visivo, senza sacrificare la facilità d’uso?
Abbiamo scelto il cartone alveolare, un materiale che utilizziamo spesso anche per realizzare arredi ecosostenibili, proprio per la sua resistenza e versatilità. In questo caso, è stato impiegato in versione ignifuga, per garantire maggiore sicurezza.
La grafica ideata da Curve è stata stampata su PVC e poi accoppiata al cartone, così da ottenere il massimo in termini di resa visiva e durabilità.
I pioli in legno sono stati inseriti in fori tagliati su misura, in modo da restare ben stabili durante l’utilizzo. A protezione del fronte e per contenere la discesa del disco, abbiamo inserito un pannello in plexiglass, materiale noto per la sua resistenza.
Infine, il disco è stato realizzato in forex da 10 mm, per dargli il giusto peso e favorire una discesa fluida e regolare.
Come avete lavorato in sinergia con il team grafico per garantire che estetica e funzionalità del plinko personalizzato fossero perfettamente integrate?
Come già accennato, la collaborazione con Curve è ben collaudata: c’è fiducia reciproca e una divisione dei ruoli molto chiara, che rende il lavoro fluido e veloce. Il dialogo con il team grafico è stato semplice proprio perché ognuno sa cosa aspettarsi dall’altro. Dopo una prima condivisione di una simulazione 3D, siamo passati rapidamente alla realizzazione di un campione neutro, e da lì direttamente alla produzione finale, con pochissime revisioni. La sintonia tra estetica e funzionalità nasce anche da questo: un’intesa consolidata che ci permette di lavorare in modo efficace, senza perdere tempo ma senza rinunciare alla qualità.
In un contesto come questo, che unisce stampa e interazione, quanto conta secondo te l’esperienza tattile e fisica rispetto a una comunicazione solo visiva?
L’esperienza tattile e fisica è centrale. Un gioco come il Plinko (ma anche come altri che non vediamo l’ora di realizzare!) non si limita a essere guardato: viene toccato, ascoltato, vissuto. Questo coinvolgimento sensoriale aumenta il ricordo dell’evento e crea un legame più forte con il brand. Rispetto a una comunicazione puramente visiva, l’interazione fisica rende il messaggio più immersivo, memorabile e partecipativo – soprattutto in un contesto festoso come l’inaugurazione di una gelateria, dove sono stimolati già altri sensi, il gioco diventa parte dell’esperienza totale.
Progetti come il Plinko personalizzato per Gelateria Aria dimostrano come la stampa non sia solo un servizio tecnico, ma un vero e proprio elemento di progettazione esperienziale. La collaborazione tra designer, art director e reparto produttivo permette di trasformare un’idea visiva in un oggetto fisico perfettamente funzionante, capace di integrare branding, interazione e sostenibilità.
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