Versanti Magazine è una rivista indipendente dedicata al mondo del vino, ai territori e alle storie che lo rendono unico. Fondata da Nicola Carlevaris e stampata da Printaly su carte Fedrigoni 100% riciclate, racconta con passione e autenticità il legame tra vino, cultura e persone. Abbiamo intervistato Nicola Carlevaris per scoprire come nasce Versanti Magazine e quale visione editoriale guida ogni nuovo numero.
“Il buon vino nasce in vigna”
Nel vostro caso, da quale “terreno” nasce Versanti Magazine? Quali sono stati gli elementi fondamentali che hanno reso possibile il vostro progetto editoriale?
I principali fattori che hanno reso possibile Versanti sono tre. Per primo, la passione. Siamo innamorati dei temi che affrontiamo e siamo convinti che gli argomenti del vino si prestino ottimamente a una narrazione libera, trasversale e spontanea. Poi viene l’esigenza di raccontare il vino seguendo un approccio non giudicante, fatto di curiosità piuttosto che di sentenze sulla qualità di questa o di quell’altra etichetta. Il vino, dico spesso, è anche un pretesto per approfondire la conoscenza di territori, culture, persone. Il nostro è un approccio al vino a 360 grandi, ci piace osservarlo da ogni punto di vista, da ogni “versante”. Infine, ma non in ordine di importanza, il gruppo. Siamo un gruppo di amici, ognuno con le proprie competenze, ma uniti dalla voglia di scoprire nuove storie da raccontare. Abbiamo tutti altri lavori, Versanti è il nostro angolo di condivisione, confronto, libertà. Il gruppo che si è creato in redazione ha costituito da subito una base importante, fino a diventare una colonna imprescindibile per lo sviluppo della rivista.

“Ogni bottiglia racconta una storia”
Ogni episodio di Versanti affronta un tema specifico, come “Ossigeno”, “Vulcano” e “Frontiera”. Qual è il processo di selezione di questi argomenti e come influenzano la narrativa complessiva della rivista?
Con la stessa ampiezza con cui ogni tema viene svolto all’interno di ciascun numero, così anche la scelta dell’argomento monografico può contare su un ricco ventaglio di tematiche, suggerite dalla natura stessa del vino, che così ben si presta ad essere raccontato da diverse prospettive. Con “Ossigeno” abbiamo affrontato un argomento “tecnico-stilistico”, quello riferito al tema dei vini cosiddetti “ossidativi”. “Vulcano”, invece, è un racconto di territori e di suoli lavici, di montagne esplosive e di vignaioli che non si arrendono. Con “Frontiera” abbiamo scelto di affrontare il vino da un punto di vista concettuale, esplorando il significato di “confine” non solo dal punto di vista geografico, ma anche stilistico, merceologico, politico.
In ogni numero, sin qui, abbiamo infine dedicato un piccolo focus a una regione italiana. Siamo partiti da casa, dal Piemonte. Poi Liguria e Umbria.
Non sono solo tantissime le cose che si possono dire sul vino, ma sono anche molteplici i modi e le prospettive con cui queste possono essere raccontate. Ecco, quello che ci stimola, anche nella scelta degli argomenti da affrontare, è la natura caleidoscopica del vino.
La narrativa complessiva della rivista risulta coerente con il tema di copertina, ma variegata nel suo svolgimento grazie appunto alla trasversalità con cui gli argomenti del vino concedono di essere affrontati.
Tengo spesso a dire che ogni numero di Versanti Magazine non ha le pretese, né l’ambizione, di voler “risolvere” una specifica tematica in 112 pagine. Ci piace però pensare che le nostre pubblicazioni possano essere di ispirazione al lettore che sceglierà di approfondire un determinato argomento.

“Il vino migliora con il tempo”
In che modo il magazine è evoluto dalla sua prima uscita? Ci sono aspetti che avete affinato nel tempo, proprio come un grande vino invecchiato?
Riferendomi alla domanda precedente, abbiamo fatto qualche piccolo aggiustamento lungo il nostro, sin qui breve, percorso. Nei primi due numeri di Versanti Magazine, per “alleggerire” l’esperienza di lettura, abbiamo deciso di includere argomenti non legati a quello di copertina. A partire da “Frontiera” abbiamo deciso di rimanere attinenti al tema nell’intero svolgimento del numero, includendo invece contenuti non attinenti al vino, ma coerenti con l’argomento monografico.
“Il vino si fa in cantina, ma si racconta a tavola”
Qual è il ruolo della condivisione nel vostro progetto? Quanto è importante il dialogo con i lettori e con gli addetti ai lavori del settore?
Il concetto di condivisione è un altro tema importante che si può (e si deve) riferire al vino. La narrazione del vino non può non tenere conto della funzione sociale che questo svolge. E così anche nella nostra esperienza editoriale: siamo quotidianamente in contatto con lettori, vignaioli, osti, scrittori e illustratori in quella continua condivisione di idee che costituisce la vera linfa del nostro progetto. Ci piace l’atmosfera che si sta creando intorno al nostro gruppo e siamo felici di vedere la nostra famiglia allargarsi episodio dopo episodio.

“Degustare è un’arte”
Come si costruisce la narrazione visiva e testuale di un numero di Versanti per far sì che il lettore possa “degustarlo” con lo stesso piacere con cui si assapora un vino? In che modo la collaborazione con grafici e illustratori contribuisce a dare forma e carattere all’identità visiva di ogni edizione di Versanti Magazine?
Le corde che il vino sa toccare sono spesso intime e profonde, a volte il vino può regalare emozioni simili a quelle che si provano leggendo una poesia, guardando un quadro o ascoltando una canzone. Non so se il vino stesso possa essere definito un’espressione artistica (anche se in alcuni casi, per certo, si avvicina molto ad esserlo), ma sono sicuro che il mondo del vino e quello dell’arte abbiano molti punti di contatto. Per questo, la scelta di affidare i contenuti visivi ad artisti illustratori o fotografi è stata naturale sin dal primo momento. Credo che l’espressione artistica, nel suo essere personale, umana e creativa costituisca la cornice ideale per la narrazione del vino.
Così come ritengo importante l’esperienza di bevuta di un vino, che non si limita al liquido in sé ma include anche la compagnia, l’atmosfera, il cibo a cui eventualmente abbinare un vino, il calice con cui questo si degusta, eccetera… reputo che l’esperienza di lettura di una rivista debba essere a sua volta curata anche negli aspetti non strettamente contenutistici, ma guardando alla piacevolezza di fruizione in senso ampio.
Il formato stesso di Versanti, a “quaderno” (17×23 centimetri), è pensato in quest’ottica di godibilità e comodità di lettura.
“Un buon abbinamento esalta entrambi gli elementi”
La stampa, la carta e il design sono il “terroir” di Versanti Magazine. Versanti è stampato infatti su Fedrigoni X-Per Premium White e Life Eco, carte realizzate con il 100% di contenuto riciclato e certificate FSC. Ci vuoi spiegare il perché (e l’importanza) di questa scelta?
Proprio poche ore fa mi trovavo in una stazione di servizio lungo l’autostrada. Al bar ho richiesto un tovagliolo di carta e la signora al di là del bancone me ne ha offerti una manciata. Saranno stati almeno venti, non sto esagerando. Pareva molto preoccupata per le mie necessità: ho dovuto insistere per restituirle tutti i tovaglioli eccedenti il singolo, di cui avevo bisogno.
Ecco perché abbiamo fatto questa scelta.


Versanti Magazine è un progetto editoriale che nasce dalla passione per il vino, la cultura e il territorio. Con il suo approccio indipendente e autentico, offre ai lettori storie che raccontano molto più delle etichette: raccontano persone, luoghi ed emozioni.
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Fotografie di Leonardo Zen