Un Manifesto per Genova. L’asta e la raccolta fondi

A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo ponte San Giorgio si inserisce la fase conclusiva di Un Manifesto per Genova. Il contest, avviato nel 2018 dopo il crollo del ponte Morandi, chiude finalmente il suo cerchio con l’obiettivo di restituire un contributo concreto alla città.

Proprio questa era infatti la premessa e lo spirito con cui l’Associazione Wikiacademy insieme a Unicom e Assocom (oggi UNA, Aziende della Comunicazione Unite), hanno concepito e lanciato il contest creativo due anni fa.

Nel frattempo ben settanta manifesti sono arrivati da tutta Italia: grafici, artisti e illustratori hanno risposto all’appello guidati dalla volontà di condividere un dolore e ricostruire insieme una ferita così profonda.

Le settanta opere, raccolte in copia unica, che saranno esposte fino al 27 novembre 2020 in Villa Serra, potranno essere acquistate attraverso un’asta in busta chiusa.
Ulteriori 9 copie numerate per ciascuna opera saranno in vendita on line sul sito.

Abbiamo pensato che fosse giusto, utile e interessante che la restituzione finale di una iniziativa che era partita da un concetto innovativo di cultura costruita dal basso andasse a beneficio di un luogo culturale caro proprio a quella comunità.

Il ricavato dell’asta benefica e della raccolta fondi sarà infatti devoluto al restauro della Cappella di Sant’Orso del Parco storico monumentale di Villa Serra. 

Acquistare una di queste 70 opere – proseguono gli organizzatori – significherà conservare un frammento di senso di un fatto storico rilevante che tutti ricorderemo per sempre. E significherà contribuire al recupero di un luogo simbolo di bellezza di Genova e della Valpolcevera.

Abbiamo deciso anche noi di aderire al progetto e di essere partner di Un Manifesto per Genova sostenendo la stampa dei settanta manifesti su carta fotografica.
Abbiamo preso questa decisione perché siamo convinti che i veri cambiamenti possano essere raggiunti solo facendo la propria parte, perché oltre a contribuire concretamente al recupero di un luogo simbolo di bellezza di Genova e della Valpolcevera, pensiamo che questi gesti diano speranza. E in questo momento, sia per i fatti accaduti a Genova sia per il periodo che stiamo vivendo, di speranza abbiamo proprio bisogno.